NEW
DEAL FOR EUROPE: E’ TEMPO PER UN NUOVO PATTO
“Sono convinto
che, se c’è qualcosa da temere, è la paura stessa. […] Dobbiamo
sforzarci di trasformare una ritirata in un’avanzata.”
Con queste parole, il 4 marzo 1933, il neoeletto Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevent rese celebre il suo discorso inaugurale al Congresso. Il paese stava attraversando la peggior crisi economica della storia americana, la Grande Depressione, ed era giunto il momento per un nuovo corso, per il cosiddetto “New Deal”.
Oggi è l’Europa che ha bisogno di stabilire un Nuovo Patto con i suoi cittadini per non rendere vani gli sforzi compiuti in sessant’anni di pace.
“Noi cittadini europei chiediamo alla Commissione europea di proporre un piano straordinario europeo per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione che rilanci l’economia europea e crei nuovi posti di lavoro.”
Questo è l’appello che i sostenitori dell’iniziativa New Deal for Europe lanciano alla Commissione europea attraverso il loro sito web www.newdeal4europe.eu. La crisi economica, infatti, sta mettendo a dura prova il mantenimento di quelli che sono gli obiettivi dell’Unione europea: la pace e il benessere economico. Affinché questi traguardi non vengano persi per sempre, i sostenitori dell’iniziativa chiedono gli Sati Uniti d’Europa: quell’unione politica tanto auspicata dai padri fondatori e che rappresenta la sola garanzia per il corretto funzionamento delle istituzioni europee e della politica economica europea.
Ma in cosa consiste esattamente il piano contenuto nel New Deal for Europe?
La ricetta per uscire dalla crisi deve consistere nell’investimento in infrastrutture europee, nelle nuove tecnologie, nelle fonti di energia, nella tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale, nella ricerca, nell’istruzione e nella formazione professionale. Le risorse economiche per attuare queste misure possono essere ricavate, tra le tante possibilità, dalle tasse sulle transazioni finanziarie e sull’emissione di carbonio. Bisogna ricordare che al momento tutte le misure che vengono attuate dall’Unione europea si basano su un bilancio comunitario che rappresenta l’1% del PIL totale dei suoi paesi membri. L’Europa può rappresentare una immensa opportunità per il nostro futuro, ma solo se verrà dotata degli strumenti adeguati per poter agire. Questo passo è fondamentale se si vuole scongiurare la degenerazione politica dei nostri stati. Il Manifesto dell’iniziativa, infatti, afferma quanto segue:
“Il ritorno del nazionalismo può essere contrastato solo se i cittadini pretenderanno che l’Europa dimostri di saper rispondere ai loro bisogni.”
La crescita dei consensi dei partiti nazionalisti in numerosissimi paesi europei rappresenta una minaccia concreta al processo di integrazione europea. Altiero Spinelli aveva già previsto nel Manifesto di Ventotene (1941), il testo di riferimento del federalismo europeo, il rischio che essi rappresentano:
“Nel grave momento sapranno presentarsi ben camuffati. Si proclameranno amanti della pace, della libertà, del benessere generale delle classi più povere. Già nel passato abbiamo visto come si siano insinuati dentro i movimenti popolari, e li abbiano paralizzati, deviati, convertiti nel preciso contrario. Senza dubbio saranno la forza più pericolosa con cui si dovrà fare i conti.”
Adesso è possibile far sentire la propria voce. Secondo l’art. 11 del Trattato di Lisbona questa iniziativa dei cittadini europei necessita di un milione di firme provenienti da almeno sette paesi europei. E’ possibile lasciare la propria firma sul sito www.newdeal4europe.eu.
Se si perde questa sfida siamo tutti perduti!
Angelica Radicchi
Con queste parole, il 4 marzo 1933, il neoeletto Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevent rese celebre il suo discorso inaugurale al Congresso. Il paese stava attraversando la peggior crisi economica della storia americana, la Grande Depressione, ed era giunto il momento per un nuovo corso, per il cosiddetto “New Deal”.
Oggi è l’Europa che ha bisogno di stabilire un Nuovo Patto con i suoi cittadini per non rendere vani gli sforzi compiuti in sessant’anni di pace.
“Noi cittadini europei chiediamo alla Commissione europea di proporre un piano straordinario europeo per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione che rilanci l’economia europea e crei nuovi posti di lavoro.”
Questo è l’appello che i sostenitori dell’iniziativa New Deal for Europe lanciano alla Commissione europea attraverso il loro sito web www.newdeal4europe.eu. La crisi economica, infatti, sta mettendo a dura prova il mantenimento di quelli che sono gli obiettivi dell’Unione europea: la pace e il benessere economico. Affinché questi traguardi non vengano persi per sempre, i sostenitori dell’iniziativa chiedono gli Sati Uniti d’Europa: quell’unione politica tanto auspicata dai padri fondatori e che rappresenta la sola garanzia per il corretto funzionamento delle istituzioni europee e della politica economica europea.
Ma in cosa consiste esattamente il piano contenuto nel New Deal for Europe?
La ricetta per uscire dalla crisi deve consistere nell’investimento in infrastrutture europee, nelle nuove tecnologie, nelle fonti di energia, nella tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale, nella ricerca, nell’istruzione e nella formazione professionale. Le risorse economiche per attuare queste misure possono essere ricavate, tra le tante possibilità, dalle tasse sulle transazioni finanziarie e sull’emissione di carbonio. Bisogna ricordare che al momento tutte le misure che vengono attuate dall’Unione europea si basano su un bilancio comunitario che rappresenta l’1% del PIL totale dei suoi paesi membri. L’Europa può rappresentare una immensa opportunità per il nostro futuro, ma solo se verrà dotata degli strumenti adeguati per poter agire. Questo passo è fondamentale se si vuole scongiurare la degenerazione politica dei nostri stati. Il Manifesto dell’iniziativa, infatti, afferma quanto segue:
“Il ritorno del nazionalismo può essere contrastato solo se i cittadini pretenderanno che l’Europa dimostri di saper rispondere ai loro bisogni.”
La crescita dei consensi dei partiti nazionalisti in numerosissimi paesi europei rappresenta una minaccia concreta al processo di integrazione europea. Altiero Spinelli aveva già previsto nel Manifesto di Ventotene (1941), il testo di riferimento del federalismo europeo, il rischio che essi rappresentano:
“Nel grave momento sapranno presentarsi ben camuffati. Si proclameranno amanti della pace, della libertà, del benessere generale delle classi più povere. Già nel passato abbiamo visto come si siano insinuati dentro i movimenti popolari, e li abbiano paralizzati, deviati, convertiti nel preciso contrario. Senza dubbio saranno la forza più pericolosa con cui si dovrà fare i conti.”
Adesso è possibile far sentire la propria voce. Secondo l’art. 11 del Trattato di Lisbona questa iniziativa dei cittadini europei necessita di un milione di firme provenienti da almeno sette paesi europei. E’ possibile lasciare la propria firma sul sito www.newdeal4europe.eu.
Se si perde questa sfida siamo tutti perduti!
Angelica Radicchi